Ai caregiver che si prendono cura di familiari disabili sono destinate alcune agevolazioni statali o regionali, scopriamole insieme.
L’Italia è un paese che sta diventando sempre più vecchio: non soltanto l’aspettativa di vita delle persone sta aumentando, ma anche il calo delle nascite sta influendo in questo senso. Per queste due ragioni l’Italia è oggi considerato il paese più vecchio dell’Unione Europea, al fianco del Portogallo.
Una popolazione tendenzialmente anziana, a sua volta, comporta delle conseguenze. Pensiamo ad esempio all’aumento di individui che necessitano di cure quotidiane anche per svolgere le funzioni basilari, quali mangiare o camminare.
Non è raro che un figlio adulto debba prendersi cura di un genitore gravemente disabile e non autonomo. Proprio per questo lo Stato ha previsto alcune agevolazioni, sia di tipo fiscale che assistenziale.
Agevolazioni statali e regionali per i caregiver: se ti prendi cura di un familiare disabile hai diritto a questo
L’esempio più noto è la legge 104/92, la quale tutela le persone affette da disabilità o i loro caregiver sul lavoro. Con la 104 si può beneficiare di 3 giorni di permesso retribuito al mese (anche frazionabili in ore), oppure di un congedo straordinario retribuito della durata massima di 2 anni, anche frazionabili.
Vi è poi la possibilità di non svolgere lavoro notturno, quella di scegliere la propria sede di lavoro e quella di non essere trasferiti in altra sede senza esplicito consenso. Un’altra agevolazione dedicata ai caregiver è l’accesso all’APE sociale e, più in particolare, alla pensione anticipata.
Chi ha svolto funzioni di assistenza a un familiare convivente disabile grave per più di 6 mesi ha la possibilità di andare in pensione a 63 anni e 7 mesi, quindi in anticipo rispetto ai limiti della pensione di vecchiaia. Cioè ad almeno 65 anni e 5 mesi di età e con 30 anni di contributi versati.
Sempre in merito al prepensionamento, esiste una specifica per le donne caregiver di familiari disabili gravi, nell’ambito della cosiddetta Opzione Donna. In questo caso bisogna aver versato almeno 35 anni di contributi e poi andare in pensione a 59 anni se si hanno almeno 2 figli, a 60 con almeno 1 figlio o a 61 se non si hanno figli.
Infine è bene annoverare un altro contributo assistenziale, che può essere erogato sia nei confronti del disabile che di chi se ne prende cura. Si tratta dell’assegno di cura, regolato a livello nazionale ma assegnato su base regionale. Ogni Regione ha infatti stabilito alcuni requisiti per poter accedere a questo contributo, fatte salve le Regioni in cui non è previsto alcun supporto economico simile.